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La grandezza di Camilleri e il suo Km 123

Vi sono scrittori, o autori di testi in genere, che, scritto il proprio capolavoro, cessano ogni attività. La ragione? Mah… chiedetela a loro: a noi resta solo la congettura per cui essi, saggi che erano, o non hanno voluto ripetersi, oppure hanno esaurito la vena.

Ma vi è una seconda categoria da prendere in esame ed essa è quella cui appartiene il grande Andrea Camilleri, il quale quando scrive non può che fare un capolavoro. Eh sì, in quanto non vi è volta che a Camilleri un romanzo non riesca.

Mi riferisco qui al suo recentissimo Km 123, edito da Mondadori (2019), un centinaio di pagine abbondante capace di tenerti incollato al testo e di farti dimenticare (lo dico per esperienza diretta!) che avresti dovuto preparare il risotto per la tua famiglia.

La tecnica e la forma narrativa non corrispondono al classico romanzo di lui, noto al pubblico soprattutto per il commissario Montalbano, raccontato in una lingua fra il dialetto siciliano e un italiano molto regionale che lo rende così efficace per ricreare un’ambientazione Trinacriae; nulla di tutto ciò: tutti i protagonisti parlano italiano, ma la forma della narrazione non è la classica storia raccontata, fatta, cioè, di descrizioni o di dialoghi fra i protagonisti, o anche commenti da parte dell’autore. Voglio dire come il romanzo manchi del tutto di una narrazione di Camilleri il quale affida la vicenda a tre tipi fondamentali di testo senza un commento che li colleghi: messaggini del telefono, dialoghi diretti senza dire chiaramente chi stia parlando, articoli brevi di giornale che inquadrino la vicenda; lascia, così, il compito di ricomporre la storia al bencapitato lettore nella sua testolina, gettato come egli è, a propria volta, all’interno della vicenda, quasi fosse in una pellicola cinematografica senza voce narrante.

Andrea Camilleri non è nuovo a questa forma di romanzo: già nello stupefacente La concessione del telefono, edito da Sellerio (1998), egli (tralasciando la forma del messaggino di testo, come è ovvio: il romanzo è ambientato nel 1891!) aveva preso in giro il lettore per ben 269 pagine di un testo senza narrazione. La grandezza di questa tecnica è dunque quella di trasformare una vicenda, di per sé banale quale un tradimento o una storia oscura di amanti biricchini e licenziosi, in qualcosa di veramente unico e avvincente.

E in fondo questo è ciò che fa di un testo letterario la grandezza del medesimo: già la penna di un genio irraggiungibile come quella di Alessandro Manzoni ci aveva insegnato come la vicenda di due paesanotti innamorati e piuttosto zotici, impediti nel loro umile sogno di sposarsi, sarebbe passata inosservata alla storia, se egli non avesse fatto di quella storia, appunto, occasione di una prosa raramente raggiunta, divenuta simbolo stesso di pura poesia.

Poesia pura, sì! Proprio così! Con buona pace di chi fa solo ideologia nell’arte (cioè: divenendo propagandatore del contenuto di un testo e non della sua forma). Sia dello scrivere sia dello scopo dello scrivere, il meschino arruffa-popolo fa la base di tutto, sempre alla ricerca, come egli è, della volontà di piazzare i propri contenuti sempre falsi e interessati (ben inteso!) presso le coscienze di elettori e sostenitori: con Camilleri possiamo dire, invece, che l’arte è pura forma, perché gesto gratuito e irripetibile.

Chissà se qualcuno a Stoccolma prima o poi se ne accorgera!

Buona lettura.

Renato Carlo Miradoli

Nato a Milano, laureato all'Università Cattolica del Sacro Cuore in lettere classiche, è traduttore di diversi libri dall'inglese all'italiano tra i quali Stonehenge il segreto del solstizio di Terence Meaden https://www.amazon.it/Stonehenge-solstizio-Osservatorio-astronomico-affascinante/dp/8834409272  e di poesie del poeta Roald Hoffmann http://www.roaldhoffmann.com/ presentate alla Milanesiana http://temi.provincia.milano.it/Milanesiana/giorno_30giugno.html rassegna culturale della Provincia di Milano.

Dal 2003 ha fondato la sua società di servizi linguistici, formazione, agenzia traduzioni, internazionalizzazione.
E’ docente di inglese e italiano per stranieri presso l’Università Bocconi di Milano, SDA, Master MIMEC, Politecnico di Milano, MIP Master del Politecnico, Istituto Marangoni, presso istituzioni e aziende clienti multinazionali e nazionali.