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La Milano Assassina di Fabrizio Carcano cova sotto le ceneri

Seppur nella brutta veste grafica dell’editore Mursia (non me ne voglia l’autore, è la mia opinione personale), Fabrizio Carcano con la sua Milano Assassina, Milano 2019, ti inchioda alla lettura del suo romanzo noir, proprio quando chi scrive, ahinoi, col suo terzo romanzo è proprio in alto mare.

 

 Eh sì, perché rievocando un’epoca della storia repubblicana d’Italia, che sa di vergogna e vigliaccheria da parte di coloro che in nome del popolo uccidevano chi legittimamente cercava di vivere dignitosamente e di guadagnarsi il pane (cioè, fino a prova contraria, il popolo stesso!), Carcano ci riporta a una vicenda contemporanea a metà strada fra la fantasia e la cronaca dell’ultimo anno trascorso: e al tempo passato remoto leggiamo il presente.

A renderlo ancora più affascinante è il fatto che il nostro ci dice di Milano e chi scrive, qui, essendo orgogliosamente meneghino non può che esserne felice: in fondo perché ambientare un thriller sempre a New York o a Parigi, se non Londra o Minneapolis. Milano è un’ottima occasione per rivedere nella fantasia di uno scrittore di romanzi vie, case, negozi e attività umane, cose tutte che ci sono familiari o, anche, tali che ti possano invogliare a visitare la metropoli lombarda.

Ma dicevamo del popolo: esso è tirato in ballo da Carcano proprio per rimarcare quanto pretestuosa fosse la pretesa di farlo e, “ingannandoci” per quasi trecento pagine di lettura serrata, fa vedere al lettore una cosa che è, poi, un’altra. Egli ci dice, cioè, di questo popolo che è tirato in ballo per nascondere in realtà l’istinto di molti a commettere negli anni ’70 crimini e reati mascherati di ideologia marxista o giù di lì, e che oggi è ritornato in auge per difendere populismi governativi o meno e così giustificare un razzismo in nome della stessa identità nazionale di quel medesimo popolo. Ma di questo secondo aspetto, speriamo, Carcano vorrà scrivere un altro volume per farci pensare.

E così le pagine di Milano Assassina fanno riflettere e scorrono, intanto, veloci seguendo lo schema narrativo tipico di chi ha deciso di farti sospettare una cosa che è poi tutta un’altra alla fine: il vice-questore Bruno Ardigò è obbligato da Carcano a indagare in un senso seguendo una pista e alla fine, se solo potesse, egli vorrebbe rimproverare al suo autore di avergli fatto sprecare tempo prezioso quando appunto la ricerca doveva essere fatta in tutt’altra direzione. E noi con lui, costretti a seguire false piste e personaggi ambigui che, tuttavia, si rivelano essere molto più densi di significato sulla natura umana di quanto non lo sia il movente finale. Eh, bravo, caro Carcano, non potevi tirarci per il naso in modo migliore facendoci pensare a quanto misere siano in fondo le persone che si nascondono dietro a ideologie e valori altisonanti!

Ma non anticipiamo: resta una sola cosa da dire: leggete Carcano, grande autore che di una vicenda articolata, documentata giornalisticamente e intrigante, ha fatto sì che un genere noir possa anche far riflettere, abbandonando decisamente lo stereotipo tipicamente riservato al romanzo giallo di genere di svago e basta.

Buona lettura.

Renato Carlo Miradoli

Nato a Milano, laureato all'Università Cattolica del Sacro Cuore in lettere classiche, è traduttore di diversi libri dall'inglese all'italiano tra i quali Stonehenge il segreto del solstizio di Terence Meaden https://www.amazon.it/Stonehenge-solstizio-Osservatorio-astronomico-affascinante/dp/8834409272  e di poesie del poeta Roald Hoffmann http://www.roaldhoffmann.com/ presentate alla Milanesiana http://temi.provincia.milano.it/Milanesiana/giorno_30giugno.html rassegna culturale della Provincia di Milano.

Dal 2003 ha fondato la sua società di servizi linguistici, formazione, agenzia traduzioni, internazionalizzazione.
E’ docente di inglese e italiano per stranieri presso l’Università Bocconi di Milano, SDA, Master MIMEC, Politecnico di Milano, MIP Master del Politecnico, Istituto Marangoni, presso istituzioni e aziende clienti multinazionali e nazionali.