Stampa questa pagina

Ode al minore

Tutti conosciamo scrittori di fama: vi sono però scrittori minori che hanno lasciato opere che pochi possiamo apprezzare come tra amici appassionati di un libro di Carlo Castellaneta, un bellissimo Notti e Nebbie di cui oggi consiglio la lettura: nella letteratura si parla di opere minori anche di un grande scrittore, e si scopre che sono quelle cui egli stesso è più affezionato.

Succede anche con i cantautori quando si chiede loro di scegliere la loro la canzone di maggiore qualità: quella citata in risposta è già tanto che il pubblico la conosca e che sia il lato B di qualche singolo (quando c’erano i singoli con due facce) sul vinile. Quando la musica fa la variazione dell’accordo in minore, diventa triste, malinconica, angosciata, romantica e vera: quella è la mia musica.

I pittori minori sono spesso la passione di chi come me viaggia e li visita in tutta tranquillità in qualche chiesina (sempre che si degnino di tenerla aperta) con un distanziamento sociale garantito dalla poca fama degli stessi, oltre che a quella del luogo.

Andare per la minore, è l’opposto di avere successo: ma il successo poi cos’è se non qualcosa che va per la maggiore, cosa definita tale da parte di quella massa, quel popolo bue cui poi attribuiamo poco onorevoli aggettivi (appunto!) bovini?

Che dire poi, io che sono scrittore “minorissimo” di romanzi storici, dell’Asia minore? E’ la culla del mondo, della filosofia della civiltà e della storia: altro che minore! Per i filosofi il termine minore del sillogismo è in realtà quello più importante che anticipa la conclusione dello stesso, essendo premessa minore dopo la prima premessa maggiore, ci fa però capire il valore del sillogismo stesso.

I fratelli minori spesso riescono meglio del primo tentativo educativo del genitore acerbo, e hanno a disposizione anche i fratelli maggiori per imparare prima a scrivere nonché a leggere: per secoli mandati in conventi, alle armi, diseredati; li vogliamo riconsiderare?

Goethe è cittadino onorario dell’Engadina, ma io sono per le montagne minori, luoghi sconosciuti, ma non meno pieni di storia, come la Valsassina delle grotte di Leonardo, dei luoghi Manzoniani. Guardare le Prealpi lombarde e il lago di Como e di Porlezza dal Pian delle Betulle seduti al Larice Bruciato sarà piacere minore, ma come disse Jim Morrison: “Fai attenzione alle piccole cose, perché un giorno ti volterai e capirai che erano grandi.”

Buona lettura!

Renato Carlo Miradoli

Nato a Milano, laureato all'Università Cattolica del Sacro Cuore in lettere classiche, è traduttore di diversi libri dall'inglese all'italiano tra i quali Stonehenge il segreto del solstizio di Terence Meaden https://www.amazon.it/Stonehenge-solstizio-Osservatorio-astronomico-affascinante/dp/8834409272  e di poesie del poeta Roald Hoffmann http://www.roaldhoffmann.com/ presentate alla Milanesiana http://temi.provincia.milano.it/Milanesiana/giorno_30giugno.html rassegna culturale della Provincia di Milano.

Dal 2003 ha fondato la sua società di servizi linguistici, formazione, agenzia traduzioni, internazionalizzazione.
E’ docente di inglese e italiano per stranieri presso l’Università Bocconi di Milano, SDA, Master MIMEC, Politecnico di Milano, MIP Master del Politecnico, Istituto Marangoni, presso istituzioni e aziende clienti multinazionali e nazionali.