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Mussolini e i conti con il fascismo: Cazzullo vs Scurati, è storia romanzata?

Ernesto Galli della Loggia boccia i best-seller invitando i lettori a non confonderli con i “veri libri di storia” e riflettere sul fatto che gli italiani sono più bravi a dimenticare in fretta che a ricordare a lungo.

Le classifiche di vendita dei libri in questi giorni mostrano un testa a testa tra il libro di Antonio Scurati e quello di Aldo Cazzullo entrambi su Mussolini. La fame dei lettori italiani è stata stuzzicata dalla vittoria alle elezioni del partito di Giorgia Meloni (insieme ai suoi alleati di centrodestra).  

Interessante, a questo proposito, anche la lettura di un prezioso fondo del Professor Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della sera del 2 ottobre u.s., di cui posto qui il link per chi volesse leggerselo per intero.

https://www.corriere.it/editoriali/22_ottobre_02/10-cultura-documentofcorriere-web-sezioni-19d0672a-427b-11ed-9fa0-c9e285f7122f.shtml

Di esso cito solo l’incipit, illuminante: “Nel perenne revival del fascismo a scopo etico-ammonitorio che si celebra sui banchi delle nostre librerie (da non confondere con i veri libri di storia che sono tutta un’altra cosa) quest’anno si è portato molto il tema «Ma perché siamo ancora fascisti» declinato anche come «Non abbiamo fatto i conti col fascismo»,(…)

Nell’articolo, dunque, emerge la volontà dello storico di criticare ferocemente la presa di posizione di questi giornalisti, o divulgatori, relativamente al ventennio fascista italiano del secolo scorso. In breve, Galli della Loggia bolla come moralistiche certe affermazioni fatte dai suddetti divulgatori sul regime mussoliniano all'unico scopo di, sì, confessare un certo coinvolgimento col fascismo, ma usando astuzie terminologiche quali non tutti, obtorto collo e, quindi, dopo il collasso del regime stesso, in stile tutto italiano, agendo come si sente in televisione o si legge nei giornali: "L'assassino di moglie e figlia ammette la colpa, ma chiede scusa."

E questo ammettere e chiedere il perdono del proprio crimine garantirebbe (potremmo dire cattolicamente, se non fosse ormai un italianamente quindi presente nonostante l’evoluzione in senso secolare della società) se non il perdono, almeno la garanzia di vedersi giudicato con una certa benevolenza: "Ho capito che ha massacrato della gente e ha sbagliato, ma si è scusato, no? Che cosa volete ancora e di più?"

Su questa falsariga, dovrebbe, a detta del Professor Galli della Loggia, essere letto il volume di Aldo Cazzullo: Mussolini il capobanda, Mondadori Mondadori 2022 in cui si vorrebbe edulcorare tale partecipazione a quel movimento politico e culturale che fu il regime del Duce. Gli italiani sarebbero stati, così, fascisti per interesse, ricattati dalla paura del disordine e via elencando tutte le scuse addotte per giustificare quell’adesione forzata, anche se vi fu certamente chi (anche se in casi piuttosto limitati) offrì la propria piena adesione. Al contrario per lo storico, non sarebbero certo gli atti anche molto eroici, spesso tardivi, di dissidenza o resistenza, cioè opportunistici (come quelli di aderirvi qualche anno prima) di taluni, direi io, “antifascisti della prima ora”, a cambiare il giudizio sul ventennio.

Galli della Loggia accusa quindi gli italiani di essere stati fascisti in pieno; ma, aggiunge come fin dai primi momenti dopo la caduta del regime, a partire dall'alto delle nuove autorità (cfr. dichiarazione Bonomi del 22 ottobre 1944), il tentativo fu quello di allontanare da sé e dalla nazione italiana qualsiasi coinvolgimento volontario e attivo al regime per approdare ai più rassicuranti lidi di una adesione frutto della violenza criminale di Stato; in buona sostanza: chiedendo scusa, aiutati in questo anche dal consesso internazionale, dalle potenze vincitrici, voglio dire, che non volevano certo giocarsi l’adesione al patto atlantico e la popolarità acquisita, processando buona parte della classe dirigente italiana.

Alleati di questo history-washing (se mi passate il termine) sarebbero stati anche coloro i quali avevano partecipato attivamente alla resistenza e che si prodigarono nelle storiografie e nelle narrazioni, anche in famiglia, a raccontare che l’Italia si era in pratica “liberata da sé” dal fascismo e che in qualche modo aveva affrancato il Paese dall’adesione quasi totalitaria al regime del Duce.

E’ qui che la mia riflessione vorrebbe prendere la storia come insegnamento e rispondere alla domanda provocatoria, amara, sospesa di cui sopra: che cosa volete ancora e di più?

Chi scrive qui esorta all'approfondimento della questione e non prende posizione, se non a proposito di un aspetto. Il quale è il seguente: è l'intimo atteggiamento dell'italiano medio quello di osservare guicciardinamente dove alberghi il proprio interesse, sentendosi libero poi di dissentire dallo stesso assenso dato a un'idea, o a un fenomeno generico, quando dovesse accorgersi di essersi sbagliato o di trovarsi nelle opposte condizioni e non favorevoli, in cui, pensava, egli si sarebbe invece trovato.

Osservate gli Osanna e i Crucifige che si sono susseguiti negli ultimi anni verso i politici di oggi, fra gli altri, Berlusconi, Renzi, Grillo e, infine, Meloni (per quest'ultima per ora solo Osanna!) e capirete meglio. L'adagio, tutto agricolo, della cultura italiana: "Dalle stelle, alle stalle," è di tutto ciò amara conferma.

Si dirà: "Ma è perché gli italiani sono furbi e cambiano idea per evitare il peggio di un errore commesso!" Permettetemi di dubitarne: sia nel bene, sia nel male, è il particulare del proprio orticello a dettar legge e consuetudine.

E se questo è vero per l'uomo in sé dalle palafitte alla conquista dello spazio, l'italiano di ciò è, ahimè, maestro plurilaureato e, forse, è questo quel “di più e di meglio” che dovremmo tutti noi fare di fronte all’astro politico nascente di turno e che farebbe di noi una democrazia liberale matura.

 

 

 

 

 

 

Renato Carlo Miradoli

Nato a Milano, laureato all'Università Cattolica del Sacro Cuore in lettere classiche, è traduttore di diversi libri dall'inglese all'italiano tra i quali Stonehenge il segreto del solstizio di Terence Meaden https://www.amazon.it/Stonehenge-solstizio-Osservatorio-astronomico-affascinante/dp/8834409272  e di poesie del poeta Roald Hoffmann http://www.roaldhoffmann.com/ presentate alla Milanesiana http://temi.provincia.milano.it/Milanesiana/giorno_30giugno.html rassegna culturale della Provincia di Milano.

Dal 2003 ha fondato la sua società di servizi linguistici, formazione, agenzia traduzioni, internazionalizzazione.
E’ docente di inglese e italiano per stranieri presso l’Università Bocconi di Milano, SDA, Master MIMEC, Politecnico di Milano, MIP Master del Politecnico, Istituto Marangoni, presso istituzioni e aziende clienti multinazionali e nazionali.