Il blog di Renato Carlo Miradoli

La quarta versione di Giuda: una storia da due lire (e da leggere)

 

E, mentre mi accingo a scriverne uno mio, mi dedico alla lettura di altri romanzi polizieschi o gialli, come si suol dire, e non posso non segnalare di Dario Ferrari La quarta versione di Giuda, edito da Mondadori.


Comincio con il raccomandare di non comprarlo e di non leggerlo, a meno di essere certi di avere qualche ora davanti a sé; e parlo così perché la lettura è così avvincente da non dare tregua in una prosa molto vivace e capace di tenerti assorto facendoti dimenticare la cena sul fuoco, o di spegnere la luce per dormire.

Ma veniamo alla vicenda, che accennerò soltanto per evitare di rovinare la lettura e l'effetto sorpresa.
Se, per esplicita ammissione di uno dei personaggi nelle ultime righe della vicenda, essa è una storia da du’ lire, sono l'accattivante prosa di Dario Ferrari e l'intreccio che egli costruisce a rendere il volume molto leggibile.

In una parrocchietta affidata a un prete obeso e privo di quella temperanza oserei dire alimentare che un ministro di Dio dovrebbe poter vantare, un notabile di Viareggio viene trovato morto in casa propria; e se il commissario Klaus Russo, affetto da manie di uomo di lettere, e il suo aiutante Luciano Carini, bulletto romano con un passato spregevole di coatto, non vengono a capo di nulla e hanno una dignità pubblica solo perché indossano una divisa non loro (ma a loro data dallo Stato), sono il vissuto pettegolo della Pia, arcigno e buffo protagonista con accento fortemente toscano, e il professor Bercoli, esaltato e misticheggiante invasato religioso a dare il la alla risoluzione del caso, conferendo un'anima verosimile (di verghiana memoria) alla vicenda.

Chi è il vero colpevole viene scoperto grazie ai pettegolezzi e ai trusci di personaggi apparentemente minori e, che, se andiamo al bar o saliamo sul tram, ritroviamo nel nostro quotidiano in tonalità di bemolle, fatto, fra gli altri, del vizio della gola di un prete volgare, per sopprimere la lussuria, e della lussuria di altri per sopprimere la gola.

Ma dietro al misterioso assassino vi è il dramma tutto schizofrenico e maniacale dell’assassino, e il finale inatteso poi fa riflettere molto sulla miseria degli uomini; ed è la caratterizzazione di questa umanità, per chi scrive, a consentirci di immergerci nella verosimiglianza del mondo di provincia e di condurre il lettore a pensare come la vita umana non sia nulla e non valga nulla: né per colui che la vive, né per colui che la sopprime.

Anche da una lettura che per molti versi è amena e strappa un sorriso più di una volta, se osservata nel mondo tutto toscaneggiante del viareggino (la Pia è davvero strepitosa, e odiosa nonché arraffona è suor Tarcisia coi baffi e l’alitosi, nel proprio compito di aiutante del parroco!), emerge l’amara rassegnazione intellettuale di constatare come la vita sia solo questo aspetto: il vuoto di senso in cui qualcuno nella propria miseria altro non spera che di favorire il conato di passare alla storia, quando l’unica cosa che ti resta sarebbe di rassegnarti con dignità a non essere nulla.

Buona lettura!

Renato Carlo Miradoli

Nato a Milano, laureato all'Università Cattolica del Sacro Cuore in lettere classiche, è traduttore di diversi libri dall'inglese all'italiano tra i quali Stonehenge il segreto del solstizio di Terence Meaden https://www.amazon.it/Stonehenge-solstizio-Osservatorio-astronomico-affascinante/dp/8834409272  e di poesie del poeta Roald Hoffmann http://www.roaldhoffmann.com/ presentate alla Milanesiana http://temi.provincia.milano.it/Milanesiana/giorno_30giugno.html rassegna culturale della Provincia di Milano.

Dal 2003 ha fondato la sua società di servizi linguistici, formazione, agenzia traduzioni, internazionalizzazione.
E’ docente di inglese e italiano per stranieri presso l’Università Bocconi di Milano, SDA, Master MIMEC, Politecnico di Milano, MIP Master del Politecnico, Istituto Marangoni, presso istituzioni e aziende clienti multinazionali e nazionali.

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