Il blog di Renato Carlo Miradoli

Il convento di Venafro chiude per mancanza di inquilini, e le Vestali hanno la loro vendetta.

E sarà così che forse spiegheremo ai nostri figli come s’è fatto, e si fa, per le Vestali: “Qui dimoravano i frati cappuccini…”

“Chi?” domanderanno i giovani eroi della cultura del domani; e noi parleremo loro di un pezzo della storia del mondo ormai estinto. E le Vestali potranno gioirne, consolandosi di non essere passate, esse sole, nel dimenticatoio dell’Uomo: “I cristiani avevano creduto di rimpiazzarci e prendere il nostro posto? Ora tocca ai loro frati!”

Sul giornale online Molise Network, appare la notizia https://newsdellavalle.com/2023/07/18/venafro-i-frati-cappuccini-lasciano-il-convento-di-san-nicandro-struttura-verso-la-chiusura-il-sindaco-ricci-faremo-di-tutto-per-scongiurare-questa-evenienza,  per cui i frati Cappuccini del convento di Venafro devono chiudere i battenti per mancanza di religiosi che lo possano tenere aperto e in funzione. Ma, ora mi chiedo: chi se ne sarà accorto? E se sì, per quanto tempo? E a chi potrà interessare la notizia relativa a un ordine della Chiesa cattolica tridentina e riformata che per molti anni ha servito poveri e peccatori in tutto il pianeta?

Stessa sorte è toccata al Convento Sant’Angelo di Milano dei frati minori francescani https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/23_luglio_06/convento-di-sant-angelo-a-milano-chiusura-irrevocabile-scatta-la-rivolta-dei-fedeli-7e5187d7-fd36-4917-8555-6ab2a10b3xlk.shtml.

L'episodio del convento dei frati cappuccini nel Molise mi ha fatto riflettere, né più, né meno di quanto non mi facciano riflettere le domande stupefatte dei miei nipoti e dei miei studenti adolescenti, i quali mi chiedono cosa mai sia il tedio della vita di senecana memoria (che essi provano nei luoghi in cui non vi sia campo per internet… ecco l’unico modo di spiegarglielo!), per non dire dell'aggettivo equestre, se predicato di una statua di Marco Aurelio quando l’Imperatore filosofo sia a cavalcioni su un destriero (sostantivo quest'ultimo a suscitare, ne sono sicuro, tanto stupore quanta ilarità di fronte alle stranezze di qualche vecchietto, come me, che si diletti a parlare del nulla!), a favore del pin, del router, se non proprio di tag, di fake che trollano i membri della rete. Questo sarebbe vivere nella realtà, sì!, sapere del convento dei Cappuccini, il quale non è un bar d'asporto, no!

E, così, con buona pace dei passatisti, le radici della storia vengono tagliate, e, al posto di esse, si presenta l'uomo vero, quello della rete, quello davvero sul pezzo (!), laddove l'unico pezzo di ben altra e maleodorante consistenza è il denigratore di chi forse potrebbe a lui insegnare a non commettere gli stessi errori di un tempo.

Primo Levi ebbe a dire che chi avesse negato Auschwitz, era chi sarebbe stato pronto a rifarlo, e, forse, Antonio Gramsci aveva ragione nel dire che la storia è maestra di vita di una classe senza alunni. Tuttavia, io non riesco a non rassegnarmi all'idea che ci aspetterà una vecchiaia (più vecchia della già presente, intendo) molto triste e piena di ripetizioni degli errori mostruosi degli uomini ormai estinti fin dal tempo delle Vestali... e dei Cappuccini.

Proustianamente, leggendo per caso la notizia del convento di Venafro (di cui in fondo non si cura nessuno e in un certo senso a buon diritto) ho rinnovato il pensiero di quanto siamo modernolatri, per usare un neologismo che definisce il totale disinteresse per ciò che è il passato, la cultura storica, volta, quest’ultima a illustrare in compagnia di molte altre discipline apprese a scuola (“Ma va, a scuola si perde solo tempo! Aggiornati!”) la natura dell’uomo, i suoi pregi e i suoi difetti.

Dedicarsi, come fa chi scrive allo studio della storia per poi pubblicare romanzi storici e cercare di dare un volto poetico agli uomini di un tempo che fu, per chi ha adottato quanto detto fin qui, è proprio davvero tempo perso, e frustra la fatica fatta dall’autore. Ma, in fondo, mi è dolce “naufragare in questo mare” ed esser Don Chisciotte a cavallo del suo Ronzinante a cantar “le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese…” nella speranza che qualcuno non pensi al cappuccino solo come al caffelatte.

Renato Carlo Miradoli

Nato a Milano, laureato all'Università Cattolica del Sacro Cuore in lettere classiche, è traduttore di diversi libri dall'inglese all'italiano tra i quali Stonehenge il segreto del solstizio di Terence Meaden https://www.amazon.it/Stonehenge-solstizio-Osservatorio-astronomico-affascinante/dp/8834409272  e di poesie del poeta Roald Hoffmann http://www.roaldhoffmann.com/ presentate alla Milanesiana http://temi.provincia.milano.it/Milanesiana/giorno_30giugno.html rassegna culturale della Provincia di Milano.

Dal 2003 ha fondato la sua società di servizi linguistici, formazione, agenzia traduzioni, internazionalizzazione.
E’ docente di inglese e italiano per stranieri presso l’Università Bocconi di Milano, SDA, Master MIMEC, Politecnico di Milano, MIP Master del Politecnico, Istituto Marangoni, presso istituzioni e aziende clienti multinazionali e nazionali.

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