Il blog di Renato Carlo Miradoli

Recensione: la regola dell’equilibrio di Carofiglio e la crisi di coscienza, quando il dubbio mette in crisi chi siamo.

Vi sono occasioni nella vita in cui si ringrazia la sorte di avere l’influenza; non dico necessariamente quando vuoi stare a casa dal lavoro, bensì quando hai l’opportunità di imbatterti in letture che via via si rivelano irrinunciabili. Intendo riferirmi ancora a Carofiglio con il suo La regola dell’equilibrio, sempre edito da Einaudi.

 

Facciamo, tuttavia, una premessa di carattere letterario-storico in senso lato: un classico, prima di essere un classico, non lo è. Voglio dire come un testo che appare in pubblicazione ed è contemporaneo a volte non sia riconosciuto, e difficile risulta, per esempio, renderlo noto al grande pubblico.

E le ragioni di tale comportamento da parte della critica o banalmente di molti che arricciano il naso in quanto radicalmente scettici di fronte alla novità, sono molte; esse sono popolate da: “Sì bello, ma in fondo quest’altro autore…” oppure: “Vi sono aspetti che a un attento esame potrebbero risultare non consoni…” Eccetera, eccetera evitando di citare le enormi sciocchezze che spesso i “so-tutto-io” fra i critici o gli addetti ai lavori di case editrici e di scuole di critica letteraria vanno dicendo.

I casi della storia sarebbero infiniti e io personalmente insegnando in Mondadori ho anche proposto (senza essere peraltro ascoltato, ovviamente!) una "storia di casi letterari dei non pubblicati” e dei “diventati” successi innegabili di pubblico e di critica, rigorosamente post eventum. I Moravia, gli Eco, le Rowling sono solo un esempio di questa pietosa storia di vittime della critica degli espertoni “che-sanno-tutto-loro!”

Ecco, Carofiglio in questo prezioso volume innegabilmente non è un caso simile e balza direttamente all’attenzione di chi sa leggere.

Veniamo dunque al romanzo. Esso racconta della vicenda di Guido Guerrieri, avvocato penalista a Bari, al quale capita l’esperienza più drammatica possibile, ovverosia quella di dover difendere un giudice dall’accusa di corruzione in atti di ufficio. Il giudice in questione appare ai più e a Guerrieri stesso la quintessenza della perfezione formale, nonché della professionalità spesa ai fini di amministrare la giustizia nel più consono dei modi: e un episodio del romanzo descrive proprio una lectio magistralis del nostro accusato volta proprio a garantire l’immagine di perfezione che emerge del giudice Larocca (questo il nome del nostro giudice e co-protagonista della storia).

Fin qui non vi sarebbe nulla da dire relativamente alle vicende narrate: un caso di corruzione, un avvocato penalista e una difesa, la quale non si nega a nessuno perché tale è uno dei principi della Costituzione della Repubblica Italiana. Peccato che a monte di questa vicenda ci sia la crisi di coscienza descritta così magnificamente dalla penna di Carofiglio, il quale spariglia le carte e ci lascia perplessi; la crisi dell’avvocato è la novità dell’impostazione del racconto il quale ci distrae in fondo dai fatti per inserirci senza meno nel dramma di Guerrieri: si può difendere un qualsiasi  corrotto o assassino, oppure criminale mafioso, ma non si può dubitare dell’onestà di un giudice, cioè di un membro proprio di quel sistema che serve a fare giustizia.

Di qui allora a seguire il dramma etico e professionale di Guerrieri il passo è breve e le nostre trecento pagine circa diventato occasione per il lettore di seguire un altro romanzo che non sia una banale vicenda da detective story: esso diventa la testimonianza (come quella di Carofiglio in senso biografico, essendo lui stesso un giudice) di un uomo che non è un ingranaggio del sistema della giustizia, ma un uomo di carne e sangue, con passioni (non da ultimo quella per la bella collaboratrice Annapaola Doria con cui vi sarà una delicata liaison sessuale), aspetti tutti che rendono il romanzo appunto un capolavoro in perfetta linea con lo stile e la grandezza di uno scrittore come Gianrico Carofiglio.

Buona Lettura

 

 

 

Renato Carlo Miradoli

Nato a Milano, laureato all'Università Cattolica del Sacro Cuore in lettere classiche, è traduttore di diversi libri dall'inglese all'italiano tra i quali Stonehenge il segreto del solstizio di Terence Meaden https://www.amazon.it/Stonehenge-solstizio-Osservatorio-astronomico-affascinante/dp/8834409272  e di poesie del poeta Roald Hoffmann http://www.roaldhoffmann.com/ presentate alla Milanesiana http://temi.provincia.milano.it/Milanesiana/giorno_30giugno.html rassegna culturale della Provincia di Milano.

Dal 2003 ha fondato la sua società di servizi linguistici, formazione, agenzia traduzioni, internazionalizzazione.
E’ docente di inglese e italiano per stranieri presso l’Università Bocconi di Milano, SDA, Master MIMEC, Politecnico di Milano, MIP Master del Politecnico, Istituto Marangoni, presso istituzioni e aziende clienti multinazionali e nazionali.

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