Intervistato all’indomani del Febbraio del 313, data dell’Editto di Milano o di tolleranza, il quale rese lecite tutte le religioni (e non solo quella cristiana), non sappiamo se un qualsiasi abitante dell’Impero romano, persino se residente proprio a Milano (o, meglio, Mediolanum per chiamare la città con il suo nome latino) avrebbe mai saputo dire di essere consapevole, o meno, delle vicende politiche di quei giorni cariche di una portata storica decisiva per il futuro del potere politico e religioso (nell'immagine il libro edito dal Museo Archeologico di Milano per una guida storica e archeologica di mille anni di Milano).
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Perché ci stupiamo del fatto che ci siano esseri umani disposti a credere più alle panzane sui social che a rigorosi dati scientifici o, banalmente, alla realtà dei fatti?
Il Ramo sud del lago di Como, a seni e a golfi, con 2 monti, il San Martino e il Resegone, 3 torrenti e 1 fiume, l’Adda, che ci passa in mezzo, è ora come era nel 1600 quando inizia la storia che segue.
Vi immaginate se Manzoni avesse iniziato il suo romanzo capolavoro in questo modo?
Eppure la Book Blogger. Azzurra Sichera, spiega nella foto che l’incipit del romanzo deve seguire queste regole e io le ho solo applicate:
E' in uscita per Edizioni La Vita Felice, il mio secondo romanzo storico della saga dei Pisoni: Janus, della collera di Nerone e il discorso sulla libertà.
Come disse Manzoni: mala cosa nascere poveri e ignoranti, ma peggio è essere azzeccagarbugli!
L'equivoco è una gran brutta cosa! E dai fraintendimenti vengono solo guai! Ma non sempre; e l'equivoco è proprio l'occasione di ispirazione per il grande Manzoni quando egli fa sì che Renzo si rivolga al dottor Azzeccagarbugli, invitato a ciò dalla “per poco, non mai stata” suocera Agnese che la sa lunga in quanto a (apparente!) sapienza del popolino.
Il Commissario Arrigoni e la fortunata serie di Dario Crapanzano ambientata negli anni '50 nascono, come nel caso di Camilleri, dalla penna di uno scrittore che ha iniziato a scrivere molto in là con li anni, sui settanta anni suonati.
90 anni fa, nel 1931, veniva pubblicato per la prima volta il 10° romanzo poliziesco di Georges Simenon della serie del noto commissario Jules Maigret. La Danseuise du Gai Moulin (La danzatrice del Gai Moulin pubblicato nel 1933 da Mondadori e in seguito La Ballerina del Gai Moulin), uno dei più sagaci e riusciti della saga.
Recentemente citato a Rai storia da Alessandro Barbero per il suo libro "Cristofano e la Peste" come maestro degli storici contemporanei, il Professor Carlo M. Cipolla è noto per essere stato indubbiamente, oltre che divulgatore, grande storico, grandissimo docente (in Inghilterra, nemo propheta in patria) anche uomo di grande umorismo. Ne è la riprova questo libro che oltre al celebre pezzo sul medioevo "Allegro ma non troppo", ci presenta in modo molto serio(so) i cinque postulati in termini di leggi fondamentali della stupidità umana.
Se un imbarazzato cliente con la voce tremebonda chiede con tono stentato a un libraio altrettanto innervosito se la libreria disponga del titolo “La voglia dei cazzi”, non altrettanto esitante sembra l’autore di questo imperdibile saggio;
Un'obiezione, rivolta a chi vi scrive a proposito dei suoi romanzi, è stata la seguente: “Tanta cultura, tanto bello scrivere” e di questo (scusate l’immodestia) ne vado fiero, “per poi dire una cosa tanto triste e così offensiva per chi crede: quando si poteva utilizzare la medesima cultura e la medesima bella scrittura per sostenere la causa della fede!”
Esperto conoscitore della natura umana e capace di descrivere quei sottili meccanismi di cui essa è intessuta (spesso in modo doloroso per sé e, pure, dannoso per gli altri), Ferzan Ozpetek è conosciuto dal pubblico per i suoi imperdibili film.
Carissimo Jonathan,
questa NON è la risposta al tuo pezzo pubblicato in prima pagina del quotidiano Il Domani dal titolo “La legge del più forte, l’Omofobia in presa diretta” e che narra uno dei tanti episodi odiosi di omofobia.